Nelle ultime settimane eventi come il recente crollo della diga ucraina di Kakhovka e l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ci hanno costretti ad aprire gli occhi sull’enorme problema della gestione dei fiumi e dei bacini idrici del nostro paese in primis e del mondo in generale. È spaventoso infatti pensare come, in Italia, nonostante il tempestivo e preciso allarme dato dal servizio meteo nelle ore precedenti il disastro, i danni dell’alluvione siano stati così ingenti – stimati ad oggi intorno ai 7 miliardi di euro- e ci siano stati ben 15 morti e oltre 20mila sfollati. L’entità di questo devastante evento dovrebbe farci riflettere anche sul cambiamento climatico in atto nell’area mediterranea che non può più essere considerato soltanto una minaccia futura ma una realtà con cui dovremo fare i conti sempre più spesso, se non agiremo in fretta e con azioni costanti ed efficaci.
A distanza di poche settimane si stanno di nuovo contando le vittime e gli ingentissimi danni causati da un altro disastro idrico -stavolta non naturale- che si sta rivelando una catastrofe ambientale di portata storica, il cui impatto si ripercuoterà sull’agricoltura, l’economia, la vita e la salute di milioni di persone non soltanto in Ucraina.
In modo quasi profetico il webinar del Consorzio di Bonifica del Medio Valdarno che abbiamo organizzato nel nostro K-lab (green screen studio) e messo in onda a fine 2022, era appunto dedicato a divulgare e spiegare l’importanza delle opere di bonifica, pulizia e salvaguardia dei fiumi e dei bacini idrici come elemento necessario e imprescindibile di prevenzione e salvaguardia contro gli eventi disastrosi causati dai cambiamenti climatici. Il messaggio che si voleva trasmettere, diretto soprattutto ai giovani, era appunto che più ci si prende cura dell’acqua oggi, più saremo al sicuro domani. E dopo ciò che è accaduto nelle scorse settimane divulgare questo messaggio è diventato ancor più importante e urgente.